Evoluzione e sviluppo della COVID 19
EVOLUZIONE E SVILUPPO DELLA MALATTIA COVID 19 Gli stadi
della malattia: dal contagio, all'incubazione, ai sintomi, alle complicazioni.
Come noto,
SARS-CoV-2 è un virus a RNA geneticamente
collocato all’interno del
genus Betacoronavirus. A seguito dell'infezione
con SARS-CoV-2 alcuni individui infetti possono rimanere
asintomatici o sviluppare solo
lievi sintomi riferibili alle vie aeree superiori, altri sviluppano
polmonite e
sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS)
che possono richiedere intubazione in
terapia intensiva e ancora
causare complicazioni con esito infausto.
Il primo stadio di
Covid-19 è caratterizzato dall’
infezione delle vie respiratorie superiori (con sintomi quali tosse, mal di gola, accompagnati da
febbre, affaticamento e dolore muscolare, mentre nausea o vomito e diarrea sono
poco frequenti nello stadio iniziale di malattia). L’
infezione precede di circa 5-6 giorni l'insorgenza
dei sintomi con un intervallo di confidenza
del 95% compreso tra 2 e 14 giorni.
Il secondo stadio è caratterizzato dall’insorgenza di
dispnea e polmonite.
Il terzo stadio è caratterizzato dalle
complicazioni, quali i sintomi della sindrome da distress
respiratorio acuto (ARDS) che negli studi già effettuati viene riportata
intorno al 9° giorno (8-14 giorni), la ventilazione meccanica a 10,5 giorni
(7-14) e l'ammissione in terapia intensiva a 10,5 giorni (8-17).
Le complicazioni più frequentemente riportate
sono state ARDS, danno cardiaco e renale acuto, sepsi e infezioni secondarie.
Il quarto stadio è caratterizzato da
exitus o guarigione. La mortalità è associata all'età avanzata, alla presenza di
comorbidità (ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, malattie
respiratorie croniche e tumori), maggiore gravità di malattia, peggioramento
dell'insufficienza respiratoria, elevati livelli di D-Dimero e proteina C
reattiva, bassa conta linfocitaria e infezioni.
Meccanismi molecolari e risposta del sistema immunitario
Per
quanto concerne la risposta immunitaria, gli
anticorpi IgG indotti da altri
coronavirus comuni, o da SARS-CoV e MERS,
non riconoscono questo nuovo virus. Di
conseguenza, nessun anticorpo IgG specifico è stato rilevato contro la
glicoproteina S nelle prime fasi dell'infezione, cioè prima di una risposta
adattiva.
Secondo alcuni studi cinesi gli
anticorpi IgM specifici per SARS-CoV-2 compaiono circa
8-12
giorni dopo l'insorgenza dell'infezione e svaniscono verso la fine
della 12
asettimana.
La
risposta anticorpale IgG inizia a comparire
simultaneamente o subito dopo. Le
IgG persistono più a lungo e potrebbero essere
protettive. Infatti, la maggior parte dei dati
sierologici attualmente disponibili in letteratura si riferisce ai pazienti
esaminati principalmente nella fase acuta della malattia, correlando con la
carica virale e la gravità dei sintomi, ma i dati sono insufficienti per
stabilire con esattezza la durata dei titoli anticorpali.
L'
efficacia
di IgG specifiche e il
loro ruolo nel limitare la diffusione virale possono essere assunti
indirettamente da osservazioni che dimostrano che il
plasma proveniente
da
soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 ha mostrato
un'
efficacia terapeutica se trasfuso passivamente
ai pazienti con infezione attiva.
Come evolve la malattia da SARS-CoV-2
Secondo gli autori l'equilibrio tra la dose cumulativa di
esposizione virale e l'efficacia della risposta immunitaria innata locale
(anticorpi IgA, IgM, MBL) è cruciale nell’evoluzione della malattia da
Covid-19. Se
SARS-CoV-2 elude il blocco dell’immunità innata e
si
diffonde dalle vie aeree superiori agli alveoli nelle prime fasi
dell’infezione, può
replicarsi senza resistenza locale,
causando
polmonite e rilasciando
elevate
quantità di antigeni.
In particolare, è stato ipotizzato che
l’esercizio fisico intenso e l’
aria ad alto flusso nei giorni di
incubazione e nelle
prime
fasi di
Covid-19, faciliti la penetrazione diretta del virus alle vie aeree inferiori e
agli alveoli. Ciò consente al virus di eludere i meccanismi di difesa della
mucosa delle vie aeree superiori negli atleti giovani e sani. La risposta
immunitaria adattiva ritardata e forte (anticorpi IgM e IgG ad alta affinità)
che ne consegue, provoca una
grave reazione infiammatoria,
innescando il rilascio di mediatori (fattori della coagulazione, citochine e
complemento) inducendo complicazioni che spesso richiedono il ricovero in
terapia intensiva.
Ovviamente questo modello ha diverse
implicazioni per la prevenzione, la diagnosi e la terapia di COVID-19.
A cura di: Cristina Stasi, Centro
Interdipartimentale di Epatologia CRIA-MASVE, Dipartimento di Medicina
Sperimentale e Clinica, AOU CareggiPer saperne di più: